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Sabato, 20 Aprile 2024
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Pagamenti arretrati per i licenziati di Progetto Vendita. E scatta la protesta

Manifestazione spontanea davanti alla sede di Maglie per reclamare gli stipendi di luglio e agosto. Anche i lavoratori a progetto chiedono una mensilità arretrata e i contributi

MAGLIE - I lavoratori si mettono di traverso ai licenziamenti disposti da Progetto Vendita. E protestano anche contro la chiusura del call center a Gallipoli.

La vertenza è ormai avviata verso la risoluzione del rapporto di lavoro: 113 operatori telefonici (tutti inquadrati con contratto a tempo indeterminato) sono stati rimandati a casa, mantenendo la sola indennità di disoccupazione. La crisi di Progetto Vendita infatti, dovuta alla perdita dell’unico committente del servizio inbound Mediaset Premium, non è più rientrata.

L’azienda ha due sedi: quella di Maglie manterrà gli operatori a tempo indeterminato fino alla fine di settembre. Alla fine, nel call center magliese rimarranno solo i lavoratori a progetto, un centinaio in tutto, e ad una ventina di componenti dell’area staff, come team leader e supervisori.

E proprio a Maglie questa mattina i lavoratori licenziati si sono dati appuntamento per protestare davanti alla sede di Progetto Vendita. Alla base, ovviamente, vi è l’intenzione di salvare in qualche modo i 113 posti di lavoro. Una speranza che ormai sembra riposta in un nuovo soggetto imprenditoriale, operante nel settore delle telecomunicazioni, a quanto pare interessato ad investire a Gallipoli.

Se ne riparlerà il 20 settembre in Regione Puglia, insieme ai sindacati ed alla nuova azienda che potrebbe, se tutto va come sperato, a rilevare una parte dei lavoratori disoccupati.

Oggi, però, c’è un’altra urgenza: quella di reclamare i pagamenti arretrati degli stipendi. L’ultimo accredito è relativo alla mensilità di giugno; poi i lavoratori licenziati non hanno ricevuto più un centesimo.

“E questa è la prima incomprensibile discriminazione – commenta Gianni Bramato della Fistel Cisl-. I colleghi ancora attivi a Maglie, infatti, sono stati regolarmente pagati. Gli operatori licenziati, invece, non hanno ricevuto il pagamento di luglio e agosto e peraltro temono di aver perso quei soldi irrimediabilmente”.

I sindacati, intanto, sono riusciti a contattare l’azienda e discuteranno del problema insieme ai vertici, nel corso di una conference call pomeridiana. “Proveremo a trovare una soluzione con gli amministratori o i rappresentanti di questa società che però, ai nostri occhi, non è molto credibile. I pagamenti delle mensilità di agosto e settembre sono slittati dal 15 agosto al 5 settembre, esigibili il 7, ma di fatto nessuno ha versato niente”, aggiunge Bramato.

“Io capisco che vi siano delle difficoltà economiche in una società, ma non si possono lasciare i dipendenti senza stipendio da giugno – aggiunge il sindacalista -. Prima dei licenziamenti abbiamo dovuto proclamare anche uno sciopero per reclamare i soldi per la benzina; ormai era difficile recarsi persino sul posto di lavoro”.

Gli operatori licenziati dovranno ricevere anche il trattamento di fine rapporto e le competenze mancanti.

Ma a questo problema si aggiunge quello dei colleghi a progetto, rimasti in attesa di ricevere la mensilità di maggio. “Molti di loro reclamano anche il mancato versamento dei contributi: un disagio non da poco, considerato che per questo motivo non possono accedere alla Dis Coll, l’indennità mensile di disoccupazione”, conclude Tommaso Moscara di Slc Cgil.  

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