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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Poli contro Catilina-Fitto: arrivano prime schermaglie

La senatrice critica l'atteggiamento del Pdl e del suo regista pugliese nella scelta della candidatura e sottolinea come anche in Puglia la politica si sia evoluta ben oltre simboli e appartenenze

LECCE - "Catilina non ha vinto!". Lo grida a squarciagola Adriana Poli Bortone, in un sussulto impavido di chi, ancora una volta, nella propria esperienza politica, si trova a fare i conti con le ripicche e le rivalse della politica. Chi sia il Catilina di turno a cui faccia riferimento nel suo ultimo appello, forse non è dato saperlo. O chissà, il Catilina rappresenta un'entità plurima di più volti. Magari la senatrice ce l'ha con Raffaele Fitto e con la sua strategia, adottata nella selezione del candidato del centrodestra, Rocco Palese: il "delfino" pugliese del premier che candida il suo "delfino" sul territorio a pochi minuti dalla chiusura dei seggi delle primarie Pd, nella speranza di cassare l'acerrima rivale (che da anni gli contesta di essere elettoralmente più forte, ma evidentemente penalizzata nei riconoscimenti governativi) e di convincere l'Udc ad aggregarsi comunque al centrodestra.

O forse ce l'ha con Ugo Lisi, Saccomanno, Amoruso e tutti i firmatari di un documento che avrebbe screditato la sua candidatura, particolarmente gradita a Berlusconi, ma sgradita al parlamentino del Pdl, per questioni tutte interne all'ormai ex An. Di certo, le parole della Poli lasciano trasparire una ferma condanna dell'atteggiamento globale del Pdl: "Nonostante i segnali di insofferenza e malcelato ostracismo, da parte dei ‘maggiorenti' di un partito fantasma - afferma -, ho cercato comunque di recuperare costoro alla pubblica armonia fino all'ultimo momento ed in nome del territorio, per il bene dei Pugliesi. Sapevo di poter contare sul coinvolgimento attivo, postumo, in ragione di una finalità comune".

"Purtroppo - prosegue la Poli - l'insofferenza politica, con la regia del novello Catilina, ha sconfinato nelle maglie della congiura, tracimando inevitabilmente in una specie di vendetta. Lungi dallo spendermi in una superflua catilinaria, mi preme esplicitare però una considerazione politica, in relazione all'appuntamento elettorale del marzo prossimo".

La senatrice sottolinea come siano in molti "a non aver compreso che gli umori della popolazione sono cambiati", che "le appartenenze non sono più nette ed ingessate", perché le persone attendono "nuovi spiragli, nuove e concrete motivazioni quotidiane": "In ambito locale - dichiara - poi queste aspettative sono ancora più marcate, tanto da diventare una necessità palpabile, prepotente".

"E dunque in Puglia - evidenzia concludendo - chi non ha compreso che sulla scena politica è necessario abbandonare le vecchie formule di impegno ed i vecchi simboli di riconoscimento, oggi è destinato a soccombere ed a cedere il passo suo malgrado alla rinascita del Sud che avanza. Una rinascita che non presenta padrini, ma solo interpreti capaci. Buona riflessione a tutti".

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