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Ucciso con un colpo di pistola alla gola, il processo sarà abbreviato

Accolta la richiesta di rito alternativo formulata dal 26enne di Maglie accusato dell’omicidio, avvenuto un anno fa, del compaesano Mattia Capocelli, di 28 anni, e da altri cinque imputati coinvolti nella stessa inchiesta

MAGLIE - Sarà giudicato in abbreviato per quel colpo di pistola che, la notte tra il 24 e il 25 aprile di un anno fa, non lasciò scampo al 28enne di Maglie Mattia Capocelli.

L’assassino reo-confesso Simone Paiano, 26enne compaesano della vittima, dovrà rispondere a partire dal 14 aprile, dell’accusa di omicidio nel processo che vedrà imputati anche i compaesani Salvatore Maraschio, di 25 anni, Marco Cananiello, di 21, Andrea Marsella, di 28, e Giorgio Rausa, 24enne di Scorrano, per sequestro di persona, lesioni personali aggravate e associazione a delinquere di stampo mafioso. Oltre, a loro, sarà giudicato col rito alternativo anche Domenico Tunno, 31enne, di Maglie, al quale è contestato il reato di favoreggiamento.

Di favoreggiamento risponderà, ma nel processo ordinario che si aprirà il 3 luglio davanti al giudice Annalisa De Benedictis, anche il titolare del fast food nei pressi del quale si verificò il delitto: Pierluigi Esposito, 30 anni, di Maglie.

Lo ha deciso in mattinata il giudice Marcello Rizzo, chiamato a valutare la richiesta di rinvio a giudizio firmata dal procuratore aggiunto Guglielmo Cataldi e dal sostituto Maria Consolata Moschettini che nella precedente udienza avevano riqualificato il reato contestato a Paiano, escludendo l’aggravante dei futili e abietti motivi e ritenendo l’omicidio legato non solo contrasti relativi alla gestione del traffico e dello spaccio di sostanze stupefacenti, ma anche alla salvaguardia dell’incolumità dei familiari. Proprio questa modifica aveva consentito al 26enne di poter formulare, attraverso gli avvocati Dimitry Conte e Amilcare Tana, l’istanza di abbreviato (negata dalla legge del 22 aprile scorso per i delitti puniti con la pena dell’ergastolo) accolta oggi.

Paiano ha sempre dichiarato di aver raggiunto il luogo armato di pistola, dopo aver ricevuto la telefonata con la quale il fratello lo avvisava di essere stato sequestrato dal gruppo di Capocelli, e che al suo arrivo sarebbe stato aggredito con un coltello e un machete. Il racconto trovò conferme nella perizia disposta dalla Procura.

Saranno parte civile nel processo sia il fratello di Paiano che i genitori, il fratello e la nipote di Capocelli con gli avvocati Arcangelo e Alberto Corvaglia.

Gli imputati sono difesi dagli avvocati Giuseppe Presicce, Vincenzo Blandolino, Simone Viva, Roberta Cofano, Alessandra Luchina.

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